Che cosa è la Marca trevigiana? E’ un’espressione sorta nel XII secolo per indicare il territorio che si estendeva attorno alla città di Treviso e che anche oggi viene definito così.
In queste zone, ci sono numerosi borghi medievali, ville antiche, ma anche colline e vigneti a perdita d’occhio. Inoltre Venezia è davvero molto vicina, sia in macchina che in treno.
Vi mostro la mappa per vedere il percorso che ho fatto. Tutto questo in 3 giorni è possibile e ci vorrebbe anche meno se non ci fosse la visita alla Malga… ma quella è la parte più bella.
Iniziamo il viaggio partendo dalla Pieve di San Pietro di Feletto che è l’edificio più sacro della zona.
Immersa nel verde della vallata, la piccola chiesa è dedicata appunto a San Pietro Apostolo.
Fatta tra l’VIII e il IX secolo, si sviluppò poi nell’ XI secolo quando prese forma l’attuale pieve.
Il porticato è ricoperto da numerosi affreschi, tra cui il celebre “Cristo della Domenica” che ha un chiaro significato e cioè che di domenica non si lavora.
Chi lavora nel giorno del Signore, fa soffrire il Cristo che versa sangue dalle ferite, provocate dagli attrezzi di lavoro.
Proseguendo il percorso, troviamo l’Abbazia di Santa Maria di Follina, di fondazione benedettina, ma al suo interno ci sono anche ritrovamenti di origine romana che sono alcuni tratti di un camminamento che vengono attribuiti alla Claudia Augusta Altinate, una via di comunicazione romana.
Nel XII, subentrarono i Cistercensi che modificarono l’abbazia, facendola diventare quella attuale.
Malga Molvine Binot
Da Follina, proseguendo in direzione di Segusino a 1150 mt di altitudine circa, troviamo l’agriturismo Malga Molvine Binot, il pascolo estivo di alta montagna aperto da metà maggio a metà settembre.
Per arrivarci bisogna percorrere un quarto d’ora di una strada un po’ sterrata, immersa nel verde e in mezzo alle montagne, ma all’arrivo l’accoglienza è stata una delle migliori; una colazione genuina con caffè, latte caldo munto da poco, una torta al cioccolato e pere fatta in casa, il miele con i favi, ricotta fresca, confetture casalinghe, pane e burro fatto da loro…Vorrei riuscire a trasmettervi l’emozione e i profumi che sentivo in quel momento.
Dopo la colazione, la malgara Serena mi mostra come si fanno alcuni formaggi tipici della zona, come lo s-cech e lo schiz dalla pasta morbida e poco salata, e il burro fresco.
Poco più avanti, mi sposto nella zona dove vengono munte le mucche che attendono il malgaro Gildo e i suoi fedeli cani, Furia e Lola, per essere portate al pascolo.
Insieme a loro, facciamo una passeggiata per vedere questi panorami mozzafiato e respirare aria di montagna a pieni polmoni.
La cosa migliore è stendere una coperta e rilassarsi, leggendo un buon libro o ascoltando della musica.
Dopo aver mangiato qualcosa, è tempo di andare e un po’ mi sento triste perché avrei voluto passare un’intera giornata in quella valle incantevole, lontana dallo smog e dai rumori delle città.
Loredan Gasparini
Andando a fine agosto, sarete circondanti da mille colori; quello intenso dell’uva nera, quello dorato dell’uva bianca (utilizzata per il prosecco Docg) e il verde delle piante.
Però il vino di punta è il famoso “Capo di Stato” che è stato inserito tra i 100 vini al mondo che, per il loro pregio, vengono considerati come leggendari.
Dovette cambiare etichetta nel 1946 perchè mostrava una donna a seno nudo e per quell’epoca era una cosa alquanto scandalosa.
Sapete quando si iniziò a bere? La leggenda narra di un pastore abissino che aveva notato una strana vivacità nelle sue capre, dopo aver brucato alcuni tipi di cespugli e bacche.
Raccontò questa storia ad alcuni monaci che, dopo svariati esperimenti, iniziarono a bere l’infuso di queste bacche per tenersi svegli durante le lunghe notti di preghiera.